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Fuyumi Sōryō: La Maestra del Manga Psicologico

Fuyumi Sōryō è un’artista che ha sempre dichiarato di considerare il lavoro da mangaka come una professione che, perdonatemi il gioco di parole, non le ispira una spinta emotiva o una passione, ma che pratica semplicemente per sopravvivere. Tuttavia, questa caratteristica, non così inusuale in quel mondo, non traspare affatto nelle sue opere, che sono vive, espressive e passionale.

Manga e disabilità – racconto ordinario dello straordinario

La disabilità ha sempre fatto parte della mia storia familiare e l’ho sempre considerata come una componente normale, presente nella vita di tutti i giorni. Probabilmente è per questo motivo che sono stata naturalmente attratta da questa tematica quando l’ho incontrata nelle mie letture.

Devo però constatare che solo di recente ho visto crescere il numero dei titoli che raccontano le storie quotidiane di persone diversamente abili.

Il ruolo dei manga nell’affrontare la perdita

Il Giappone, una nazione con una ricca storia culturale e una profonda sensibilità verso le sfide emotive, ha spesso trovato nei manga un mezzo potente per esplorare e affrontare il tema del lutto. Questa forma d’arte popolare, che ha radici profonde nella società giapponese, si è dimostrata in grado di esprimere in modo toccante e significativo le esperienze di perdita e di dolore.

Inio Asano: 3 opere per iniziare a conoscerlo

Inio Asano è riuscito a farsi apprezzare e conoscere anche in Italia grazie a “Solanin” e “Buonanotte Punpun” e in molti si approcciano alle sue opere partendo proprio da quest’ultima, spesso, però, si rivela troppo intensa e si finisce per abbandonare.

Ma prima di consigliarvi una serie di letture che vi avvicini gradualmente all’autore, parliamo un po’ dei temi ricorrenti.

L’Arte di Kyōko Okazaki

Se dovessi scegliere un’autrice rivoluzionaria che ha sdoganato la sessualità e la libertà femminile, ho solo un nome in mente: Kyoko Okazaki.
Kyōko Okazaki è nata nel 1963 a Tokyo ed è stata una delle prime mangaka a lavorare per riviste hentai, insieme a Erica Sakurazawa, Shungiku Uchida e Kondo Yoko, chiamate “Onna no ko H mangaka”, per indicare le artiste che si occupavano di hentai, una scelta insolita per una donna soprattutto negli anni ’80.

Quando il mito del vampiro diventa manga!

Il termine vampiro è in uso dal XVIII secolo ma la sua diffusione divenne sempre più veloce a causa dei diversi miti e superstizioni che provenivano dall’Europa dell’Est. Questi racconti, inizialmente tramandati per via orale, iniziarono via via ed essere messi per iscritto e questo portò inevitabilmente alla consolidazione di questa demoniaca figura tra il folclore popolare di diverse culture. Tuttavia, creature paragonabili al mito del vampiro, come lo conosciamo oggi, esistevano già in culture precedenti, come in quella Mesopotamica, quella ebraica, quella greca e quella romana. Ai giorni nostri, il vampiro è al centro di numerose storie in diversi media, infatti, troviamo un gran numero di prodotti che impiegano questa emblematica creatura della notte per dare vita a racconti interessanti e avvincenti.

Le Donne che cambiarono il manga

Nel corso degli anni ’70, il mondo dello shojo manga, dedicato a un pubblico femminile giovane, visse una vera e propria rivoluzione, inaugurando un’epoca d’oro grazie all’aumento delle lettrici e all’emergere di nuove serie e autrici di talento. Questo periodo fu caratterizzato dalla nascita del “Gruppo dell’Anno 24”, un insieme di mangaka che ridefinì i canoni dello shojo con uno stile e contenuti innovativi, allontanandosi dalle convenzioni tradizionali del genere, fino ad allora dominato da drammi familiari e amori tormentati.

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